In questo articolo il tutor Alessandro Di Pauli descrive il processo di scrittura del testo PSICO-TASSO di Veronica Cojaniz che andrà in scena il 26 maggio alle 20.00 presso il teatro Palamostre di Udine.
Veronica Cojaniz è una studentessa liceale di 18 anni, ha la passione per il teatro, una spiccata attitudine alla visione registica e diverse qualità utili per svolgere il mestiere della drammaturga.
Sa ascoltare, sa mettersi al servizio di un’idea, sa lavorare in gruppo e infine non si tira mai indietro quando si tratta di scrivere, riscrivere, correggere, stravolgere una scena.
Ma soprattutto sa che noi di MateâriuM siamo molto pignoli e scrupolosi, e questo sembra non generarle particolari ansie.
Già da queste premesse si comprende come per noi di MateâriuM sia stato naturale assegnarle la borsa di studio 2018, per permetterle di seguire a fondo la formazione come scrittrice all’interno del nostro Team di lavoro.
Circa un anno fa, quando le abbiamo proposto di iniziare questo percorso di formazione, non ci saremmo mai aspettati di giungere fino al punto di annunciare l’imminente debutto di una sua drammaturgia!
I successi (perché di questo si tratta!) non giungono mai per caso, ma sono la somma di tanti elementi positivi. Oltre alla volontà del nostro gruppo di scommettere sul futuro c’è stata la disponibilità di Massimo Somaglino e di Teatro Club di dare voce ad una giovane autrice all’interno del Palio Studentesco Città di Udine. A questo si aggiunge la professionalità messa a disposizione da Luca Martini, regista dell’opera, e dagli operatori teatrali che interpreteranno i personaggi ideati da Veronica.
Non fatevi ingannare dalla positività che trapela da queste premesse e nemmeno dai sorrisi che vedrete la notte del debutto presso la sala Carmelo Bene del Palamostre. Tutto questo infatti deriva da mesi di duro lavoro!
Billy Wilder in una celebre (ed esilarante) intervista sosteneva che la scrittura (nel suo caso di una sceneggiatura) non ha nulla a che vedere con l’immaginario collettivo, nel quale lo scrittore è vistato dalle muse che baciando la sua fronte gli infondono l’intuizione artistica.
Per Wilder, la scrittura è un’operazione metodica e faticosa, che costa “sudore, lacrime e sangue”. Nell’intervista descrive i suoi estenuanti turni di lavoro e i numerosi tentativi, molti dei quali vanno a vuoto, per scrivere delle storie avvincenti.
Ma nonostante le difficoltà, alla fine il metodo e il mestiere ripagano!
La versione finale di PSICO-TASSO è composta da 4 scene che coinvolgono 4 personaggi, i membri di una compagnia teatrale impegnata nell’allestimento di uno spettacolo per il Palio Studentesco dedicato ad un passo della Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso.
L’impianto a prima vista semplice della drammaturgia ha richiesto numerose stesure e revisioni. L’intuizione iniziale di Veronica di portare in scena un classico della letteratura italiana come la Gerusalemme e i tratti della vita tormentata del Tasso, si scontravano con numerose difficoltà:
- la Gerusalemme pur essendo un classico, non è conosciuta in modo approfondito dal pubblico, quindi andava spiegata in qualche modo. Il problema è che il pubblico non va a teatro per informarsi, bensì per emozionarsi. Come rendere emozione/azione tale parte informativa?
- La complessa psiche del Tasso (paranoico, psicotico e ossessionato dalla Gerusalemme) rappresentava uno dei punti di forza della proposta originale di Veronica. Eppure biografia dell’autore e opera letteraria parevano due storie parallele, appartenenti probabilmente a due idee differenti che avrebbero potuto generare due drammaturgie differenti. Come riuscire a condensarle in un’unica azione?
- Il linguaggio della Gerusalemme rischiava di rendere l’operazione poco attuale e a tratti poco comprensibile. Come tradurlo ai giorni nostri senza tradirlo?
In alcuni momenti abbiamo avuto la sensazione che le criticità sormontassero i punti di forza del progetto.
Ma come ho affermato all’inizio dell’articolo: uno scrittore e una scrittrice non si tirano mai indietro quando si tratta di scrivere e riscrivere.
La svolta nel progetto è stata quella di ambientare lo spettacolo all’interno di una sala prove dove un gruppo di attori, capitanati da un paranoico e psicotico Regista cercano di mettere in scena un frammento della Gerusalemme Liberata. Nonostante le numerose “ripetizioni” e “adattamenti” dei versi dell’opera classica, la compagnia sembra non trovare la giusta interpretazione dei versi del Tasso.
Questo espediente ci ha permesso di:
- ripetere più volte, anche attraverso introduzioni e variazioni il brano scelto dalla Gerusalemme (ovvero il testo della compagnia coinvolta nell’azione scenica) rendendolo in questo modo accessibile al pubblico.
- Far coincidere la figura del Tasso con quella del Regista ossessionato per la propria opera (teatrale), senza passare attraverso spiegazioni o introduzioni verbose.
- Rendere attuale e avvicinare al pubblico la drammaturgia attraverso l’espediente meta-teatrale di una compagnia che sta allestendo uno spettacolo per la rassegna paliense (il nostro pubblico saranno infatti i ragazzi e gli operatori del palio)
- Trovare il conflitto principale che avrebbe retto la struttura drammaturgica: un regista timoroso si affida ad una compagnia reticente per allestire un difficile brano tratto da un’opera del Tasso.
È importante ricordare che la semplicità di queste soluzioni è giunta attraverso una complessità di ragionamenti.
Una volta delineati i tratti salienti dell’opera (personaggi, conflitto, ambientazione formato e genere) si è proceduto all’ideazione delle scene.
Ogni scena è stata progettata attraverso delle sinossi (sintesi) che dovevano esprimerne i punti salienti: ovvero l’inizio, lo sviluppo, la fine, la tematica e il protagonista principale.
Dalle sinossi, non lunghe più di 5 righe, si è passati quindi al trattamento delle scene, ovvero alla stesura di una descrizione dettagliata di ciò che accade in ciascuna scena.
Per la cronaca: ogni sinossi e ogni trattamento sono stati riscritti più volte fino a quando sia la drammaturga che il tutor non sono stati persuasi al 100% della loro efficacia.
La stesura delle scene è stata piuttosto rapida: le 4 scene sono state riscritte (tra revisioni, correzioni, impaginazioni, etc…) circa 6/7 ciascuna, una media piuttosto “leggera” dato che solitamente le fasi di riscrittura nei lavori collaborativi possono tranquillamente superare le 10 revisioni a scena.
L’intera operazione ha richiesto circa 5 mesi di scrittura guidata prima di far entrare il testo in sala prove.
Non so voi… ma io adesso sono curioso di vedere in azione PSICO-TASSO!
Alessandro Di Pauli
co-fondatore di MateâriuM, nato a San Daniele del Friuli nel 1979. Si laurea in Filosofia morale presso l’Università di Trieste nel 2004. Diploma Estudios Avanzados per il Dottorato in Scienze Teatrali dell’Università di Barcellona nel 2011. Ideatore dei progetti FELICI ma furlans & TACONS. Collabora dal 2014 con la Scuola Holden di Torino.
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