“Per la mia gloria soltanto ho voluto questa festa, e qui assiso sul mio trono nel giorno che dura eterno assisto alla vostra recita. Uomini venuti al mondo per una parte racchiusa tra la culla ed il sepolcro, rappresentatela bene perché l’Autore vi guarda.” Così Calderón de la Barca faceva parlare l’Autore nel suo El gran teatro del mundo nel 1635.
Una grande responsabilità dare voce a Dio, perché l’Autore (e regista) ne Il gran teatro del mondo è proprio Lui e mette in scena l’eterna commedia della vita facendo recitare, quasi a soggetto, il Mondo, il Re, il Ricco, il Povero, la Bellezza, la Legge come perfetti rappresentanti dei diversi tipi o stereotipi umani. Ognuno tenuto o obbligato a ben recitare il ruolo assegnatogli anche perchè alla fine l’Autore giudicherà tutti.
Una commedia imperniata sullo stratagemma del teatro nel teatro (originale), che attraverso versi barocchi e raffinatissimi ci regala una rappresentazione incredibilmente evocativa e atemporale di interessanti tematiche umane, spirituali, storiche e morali.
Il teatro come specchio del mondo, un testo visionario sospinto da altissimi versi poetici che si prestano ad un’interpretazione a molti livelli (i sottotesti sono labirintici), dove possiamo cercare le domande, o le risposte, sulla vita, sul destino, sulla morale e sul libero arbitrio.
Pedro Calderón de la Barca (1600-1681), drammaturgo e religioso per necessità comincia a scrivere testi teatrali molto giovane, la sua attività incontra successo ed è favorita dalla corte, infatti Calderón non scrive per i Corrales (palcoscenici popolari) ma per la corte stessa.
Pedro, nonostante un’indole irascibile ed una gioventù violenta ed irrispettosa delle norme, si forma dai gesuiti e dopo la sua vestizione sacerdotale si dedica unicamente alla scrittura di autos sacramentales.
Calderón de la Barca vive e scrive durante il siglo de oro, il periodo di massimo splendore della Spagna (1492- 1681), anni governati dagli Asburgo nei quali è raggiunto l’apice culturale e politico della nazione.
Pedro abbraccia il siglo de oro e si nutre dell’influenza barocca (fine sedicesimo secolo – metà diciottesimo) diventandone protagonista e scrivendo ben centodieci opere teatrali.
E così, leggendo El gran teatro del mundo, sarà facile lasciarsi ammaliare dai versi barocchi, eleganti, a tratti così sfarzosi da debordare, come l’estrosa perla che ha dato il nome allo stile.
Non ho pensato a lungo al vino da abbinare a quest’opera perché è un nettare che ne ha le medesime caratteristiche di raffinatezza, sdolcinatezza e frivolezza e che viene da una terra testimone del meglio che le arti barocche ci hanno regalato: la Sicilia.
Quest’opera e questo vino, emblemi dell’unione sacro-profana, sono alla costante ricerca dell’effetto teatrale, della monumentalità, entrambi stimolano l’esplosione dei nostri sentimenti e delle nostre emozioni verso sentori barocchi che non abbandonano mai però gli insegnamenti del linguaggio classico.
Il Marsala Vergine DOC Soleras delle Cantine Pellegrino 1880 gode di un lungo affinamento con Marsala di diverse annate, prodotto da uve grillo, catarratto e inzolia, raccolte nella seconda metà di settembre, a maturazione avanzata. La fermentazione è interrotta con una fortificazione a base di alcol puro di vino fino al raggiungimento della gradazione desiderata. Il Marsala Vergine viene invecchiato per oltre cinque anni in botti di rovere con il tradizionale metodo Soleras, antica procedura a botti scolme accatastate a piramide, che prevede un percorso, ad annate, del vino dalla prima botte in alto fino all’ultima fila a pavimento, da dove il vino viene infine prelevato per l’imbottigliamento dopo diversi anni di affinamento e di miscelazione con Marsala di altre epoche.
È un vino davvero speciale, caldo (19% vol.), dotato di un’intensa doratura baroccheggiante; i suoi profumi di mandorle, frutta essiccata e intriganti spezie narrano storie complesse e lussureggianti. All’assaggio ci conferma con rotondità ed equilibrio la sua raffinatezza.
Nonostante l’importante gradazione è un vino che si fa bere con generosità grazie alla spiccata acidità.
È un vino del gran teatro del mondo.
Se vi sentite particolarmente barocchi, accompagnate lettura e degustazione facendo girare un vinile con le note di Vivaldi.
ASSAPORATI PER VOI
Il gran teatro del mondo (1635), Calderón de la Barca, edizione 2011, traduzione di Francesco Tentori Montalto, Ed. Garzanti i grandi libri;
Marsala Vergine DOC Soleras, Cantine Pellegrino 1880, 19% vol., temperatura di servizio 12-14°C.
Dario Paolo D’Antoni
Autore di testi teatrali, racconti e poesie, approccia alla scrittura professionale e pubblicitaria molto giovane per passare in seguito a quella creativa. Per MateâriuM conduce laboratori creativi di scrittura e di drammaturgia. Come Sommelier propone abbinamenti e degustazioni ragionate fra testi letterari e vini.
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