Uno.
È più facile inventare un nuovo mondo che cambiare quello in cui si sta
(applicazione un po’ fallata di una citazione sul capitalismo scritta da qualcuno)
Due.
…poi conosciamo sempre la funzione o la classificazione delle cose che vediamo e poco altro. Sappiamo poco e così inventiamo poco mi pare. Come se il Tutto fosse solo connesso da una relazione di utilità.
Non mi aspetto una pulsione animista eehhhhh: investire l’universo inanimato che conosciamo di spirito è chiedere troppo, ma com’è frustrante il solo sapere razionale su ciò che ci appare! Ci facciamo sempre le stesse domande e servono a capire sempre le stesse cose…
Di seguito un tentativo:
Albicocca è un colore che sbatte a tutti?/ Ami?/ Sai nuotare a delfino?/ Conosci una canzone tradizionale?/ Sai essere un’arma?/ Perchè c’è un monopolio delle viti a croce e non più a taglio?/ Quanti starnuti fai di fila?/ Cosa vuoi sapere?/ Hai paura dello stravolgimento?/ Quanti genitori senti di avere?/ Dove si annida il punto di crisi?/ In base a cosa puzza o profumo?/ Lo percepisci l’urto del mondo?/
Tre.
“Meglio vivere di rimorchi che di rimpianti”
(è scritto vicino a un interruttore della luce)
Quattro.
Ho sognato che mi facevo la cacca addosso, in corriera, da sola.
Da sola nel senso che non c’era nemmeno il guidatore ma la corriera andava e fuori il paesaggio era generico: una natura di colline, verde e terra e azzurro molto vicino al finestrino. Avevo un grande vestito bianco che sporcavo. Mi sono svegliata turbata in un lettino incastrato in mezzo a tantissimi libri e dischi, come un archivo dai soffitti alti più di cinque metri con al centro una scrivania di legno. Sono a Forlì. In questo sogno ero disgustata e divertita nello stesso momento, e non andrei a psicanalizzare la questione. Non stavo seduta ma in una posizione intermedia tra seduta e in piedi con una gamba sul sedile. Sono andata al bar qui di fronte che è di fianco alla questura, pieno di polizia; sono andata al bar con il pigiama, io lo faccio sempre, ma ho capito che a Forlì non si usa fare colazione in pigiama al bar. Allora ho sbadigliato come se dovessi ancora andare a dormire e non come se mi fossi appena svegliata perchè mi sembrava più accettabile per loro. C’era proprio la polizia, ho confuso tutti i piani adesso.
Cinque.
“Abbiamo” un problema. O sbaglio? Un problema con le parole, l’aggressività, la chirurgia, la norma, la sopraffazione, la morale, la comunioneeliberazione, la noia, il recinto, la destraelasinistra, il potere, il bello, gli uomini e sopratutto con le donne.
Ma proprio soprattutto le donne tutte. Ve ne accorgete?
Sei.
C’è un macchinario antico e recente che mi dà da pensare. Pesa tantissimo e usa l’acqua, l’elettricità e delle leggi di meccanica classica, fa calore, fa profumo, fa rumori a diversi volumi, è una macchina completa. Sta’ ferma e si muove moltissimo. Si muove dentro e pochissimo fuori. Un organismo finito. Mi dà da pensare a noi la lavatrice… gli altri con uno straccetto da lavare e noi con due borse di panni sporchi.
Sette.
Ha una naturale imprudenza. E c’è sempre con lei questa imprudenza, feroce, anche seduta su una panchina in provincia di pomeriggio. È semplice e se ne accorgono tutti che c’è.
Come passeggiare trascinandosi dietro una coda di lamiere rumorose.
Conclusione:
ho fatto un sacco di elenchi. Di principio sarei contraria, come ai fuochi d’artificio e alla moquette ed a un sacco di altre cose. Ma mi piacciono e così il mio principio aspetta un attimo.
Eva Geatti
ha studiato solo Arte ed incontrato diversi bei maestri, ha fondato Cosmesi assieme a Nicola Toffolini, disegna e scrive tanto. Ha fatto la cameriera, ha lavorato come attrice e performer per Masque Teatro, Motus, Teatrino Clandestino e altri, ha insegnato regia all’Accademia di Belle Arti di Bologna, ha fatto l’imbianchina e l’idraulico, si è ingessata una gamba in una galleria d’arte, ha fatto delle pirouettes per Jerome Bel alla Biennale di Venezia, la maestra alle medie, l’aiutante per dei video in stop-motion e l’assistente di artisti. Ha fatto due mostre personali dai titoli bizzarri. Nel 2018 ha inciso un disco con Cosmesi.
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