Un’intuizione può portarti lontano e guidarti lungo il processo di scrittura. A volte quell’emozione, quell’immagine può guidarti per anni. Noi lo abbiamo sperimentato sulla nostra pelle.
La prima volta che abbiamo sentito parlare di Marta era nel novembre del 2015.
Ci trovavamo al Cinema Splendor di San Daniele. Era una serata dedicata ad alcuni codici poco conosciuti della Biblioteca Guarneriana Antica. Eravamo lì perché ci piacciono le storie e cercavamo un’intuizione, uno spunto, una scintilla che azionasse il motore della nostra creatività.
A fine serata scambiammo due parole con Angelo Floramo, che aveva presentato l’evento. Avete presente Angelo Floramo? Un Narratore con la N maiuscola. Eravamo particolarmente incuriositi da alcuni aneddoti che aveva riportato durante l’incontro: c’era ad esempio la storia del custode della torre dell’orologio che si ergeva di fronte al Duomo di San Daniele (che è stata demolita per far passare un corteo imperiale…) che chiedeva in modo appassionato un aumento all’amministrazione comunale dell’epoca (era il 1700? Non ricordiamo con esattezza). Pareva un’idea interessante per un possibile sviluppo drammaturgico.
Abbiamo parlato di altro di cui abbiamo un vago ricordo. Forse della San Daniele malvagia che si trova in fondo al lago. Chi può dirlo.
Un momento prima di salutarci Angelo ci dice: “Vi ho mai raccontato di Marta?”.
No. Non ci aveva mai raccontato di Marta. Altrimenti, giuriamo, ce ne saremmo ricordati.
Marta, era una ragazza di San Daniele, che nella prima metà del 1600 aveva letteralmente sconvolto la vita religiosa del territorio. Era colta, carismatica, dotata di una grande capacità retorica che esercitava attraverso i suoi discorsi e le sue scrittura. Sì, sapeva scrivere. Dato non scontato per l’epoca. Ma che cosa scriveva? I suoi pensieri, le sue visioni, i rapimenti mistici e pare che abbia scritto anche un Vangelo. Un Vangelo scritto dal suo punto di vista. “Il Vangelo secondo Marta”.
Era una sera di novembre del 2015. Ancora non sapevamo dove ci avrebbe portato quell’intuizione, ma una cosa era certa: avevamo un’intuizione, avevamo trovato una storia.
Progetto di ricerca drammaturgica a cura di: Alessandro Di Pauli, Dario Paolo D’Antoni e Stefania Ursella. Membri del collettivo di scrittori MateâriuM.
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