Fuori catalogo / Pensieri su Peter Handke a cura di Ornella Luppi
In questo articolo Ornella Luppi racconta la passione e la pazienza con cui ha seguito le creazioni letterarie del premio nobel 2019 Peter Handke.
Al cinema “Il cielo sopra Berlino”, un film che mi è arrivato dritto dritto alla “pancia” . Damiel e Cassiel vagano a Berlino, città che ha una storia molto forte, invisibili e impercettibili dalla popolazione, ascoltano ogni respiro, “Als das kind kind war” –
Quando il bambino era bambino, una volta si svegliò in un letto sconosciuto, e adesso questo gli succede sempre. Molte persone gli sembravano belle, e adesso questo gli succede solo in qualche raro caso di fortuna…
Chi ha visto il film si ricorda questi versi ed io sono uscita dal cinema con queste parole in testa…meraviglia quel film e quelle parole, il loro ritmo, l’espressività di quelle parole per me erano magia. Le volevo! Ma non c’era il computer e i film in videocassetta uscivano dopo mesi dalle sale cinematografiche, aspettai, aspettai e poi comprai il film, carta e penna e scrissi tutta la poesia, aspettai i titoli di coda e lessi PETER HANDKE. Chi è?
Voglio vedere se ha scritto altro. Vado alla libreria Carducci (ora non c’è più) avevo un’amica che lavorava lì e le chiesi se poteva scoprire se e che libri aveva scritto Peter Handke. Aspettai, aspettai, aspettai finché l’amica mi disse Ornella questo signore ha scritto molto anche per il teatro c’è un libro della Feltrinelli che raccoglie i suoi testi. Lo voglio! Ma era ed è fuori catalogo.
Così ho conosciuto Peter Handke il “mio” scrittore. Ho passato un sacco di tempo per cercare cose scritte da lui, spesso introvabili a volte ordinati nelle libreria sotto gli occhi sbalorditi dei librai “ma è sicura del nome?” Ma “Restando fedele a ciò che mi è caro e che è la cosa più importante” (Canto della durata) non mi sono mai arresa e cercando in tutti gli angoli quando trovavo un suo libro ero felice. Leggerlo è un piacere, le sue parole sono vive e armoniche, il ritmo dei suoi scritti è rimbombante, è poeticamente provocante, spesso ha creato polemiche, romantico e giocoso si è un gioco artistico. Non è una scrittura facile la sua, non è una frase bella e basta ma è gusto, stile e bravura. Lentamente l’ho conosciuto cercando i suoi libri negli angoli delle librerie e quel testo pubblicato dalla Feltrinelli era diventato ormai un sogno finché nel magazzino di una biblioteca lo trovai, lo fotocopiai e mi si aprì un mondo nuovo – il teatro di Peter Handke è originalissimo e pronto a sollecitare la consapevolezza ribelle che un atto poetico scatena. “Insulti al pubblico” mi ha stregato e con pazienza (perché questo è sempre stato il mio rapporto con questo autore) sono riuscita a metterlo in scena e la soddisfazione è stata grande e impossibile da raccontare.
La sua è stata e lo è ancora una ricerca letteraria estetica mossa dalla sperimentazione, una voce dissidente ed io amo la sperimentazione, scoprirlo, leggerlo, approfondirlo è stato un amore a prima vista cresciuto fino ad un matrimonio felice, nella mia libreria ha il suo spazio come pochi altri autori letterari che amo. Ora ha vinto il nobel per la letteratura ed io ne sono felice perché non starà più negli angoli delle librerie ma sarà esposto a vista con magari una targhetta premio nobel per la letteratura e poi cosa grandiosa finalmente ristamperanno i suoi libri!
Un post scriptum finale per chi non l’ha letto e scatena polemiche sul fatto che ha difeso la Serbia e rinnegato Srebrenica. Suggerisco di fare ricerche e di leggere con molta attenzione ciò che ha detto o scritto sull’argomento perché come tutte le sue opere non sono pensieri diretti, semplici, facili ma una lettura attenta consente di cogliere l’intenzione a evidenziare poeticamente la separazione fra il mondo della vita e quello delle strutture del potere.
Grazie Peter per aver incrociato la mia vita orgogliosa del tuo premio Nobel e felice di poter aggiungere alla mia libreria i tuoi libri da anni fuori catalogo.
Ornella Luppi anima rock, appassionata di cultura, fan del teatro, affezionata al cinema, accompagnata dalla musica e da anni si circonda di giovani adulti perché assetati di curiosità e lei vuole dissetarli e con loro sperimentare, conoscere e rappresentare mondi nuovi. Lavora con la Damatrà Onlus dove può sentirsi parte di un bellissimo progetto creare angoli creativi per l’infanzia e l’adolescenza. Di Peter Handke ha messo in scena nel 2006 di “Il gioco del chiedere” e nel 2015 “Insulti al pubblico”.
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