Nel corso dell’estate 2018, Giulia Tollis e Stefania Ursella di Mateârium hanno condotto il laboratorio di scrittura “Custodi Ospitali: micro-racconti di alberi e piante” assieme al gruppo del Progetto Parco (COSM-DuemilaunoAgenziaSociale) del Dipartimento di Salute Mentale di Udine. I testi prodotti sono stati presentati dagli stessi autori e autrici in occasione della Passeggiata Storico-Botanica nel Parco di Sant’Osvaldo che si è tenuta sabato 15 settembre all’interno del Lunatico Festival.
Entrando per la prima volta nel Parco di Sant’Osvaldo presto attenzione a due cose: il primo parcheggio all’ingresso (ma, in un impeto di coraggio, decido di proseguire in auto per evitare di far tardi) e il campo da calcio che la sera prima Victoria, della cooperativa Cosm, mi ha segnalato come riferimento per raggiungere gli spazi di fronte alla Comunità Nove dove si terrà il Laboratorio. Alla fine faccio tardi comunque, sbagliando ripetutamente edificio.
Quando incontro il gruppo del Progetto Parco ho quindi bisogno di un aiuto urgente: una mappa per orientarmi meglio. Le mappe che gli esperti giardinieri disegnano vanno ben oltre: sono i concentrati delle informazioni e sensazioni che questi grandi conoscitori del Parco e dei suoi segreti generosamente mettono a disposizione.
Così, quattro ore dopo, uscendo dal Parco, comincio a sistemare nello spazio tutti i nuovi riferimenti: il tiglio, il bosco cupo, il chiosco, i corridoi fioriti e la grande palma dell’aiuola all’ingresso. E imparo a correggere la mia mappa mentale del Parco: non la disegnerò più partendo dall’ingresso di via Pozzuolo bensì dal suo cuore interno.
All’appuntamento successivo, Giulia ed io notiamo che gli abitanti del Parco si sentono più a proprio agio, e si vogliono presentare, scoprendosi a poco a poco. Innanzitutto conosciamo il tiglio Venanzio – è un corridore perciò fa prima – una combinazione di tenuta sportiva e filosofica abilità retorica. Mentre ci accoglie, vedo avvicinarsi anche la coppia dei ginkgo innamorati, Moment davanti e Sweet che lo segue a ruota, e subito ci raggiungono anche le onde di amore cosmico che sprigionano. In mezzo a questi alberi imponenti non mi ero ancora accorta della presenza della piccola Rosita del Cuore, la rossa piantina dell’aiuola fiorita, una fedelissima della villeggiatura estiva al Parco dove si diverte in mezzo ai visitatori e non si perde una sola festa. In un ritaglio di tempo dai suoi mille impegni arriva anche la ninfea Afrodite, custode della riserva acquatica, vagamente ossessionata all’idea che la sua bellezza offuschi il suo impegno ambientalista. Ormai sono tutti qui: Ilary la piantina di fico, il tasso con il suo amico scoiattolo Franc, Bello il Pirata, Nano Re della Vita che ha cento anni ed è un bambino. Tutti questi alberi (e piantine) portano con sé memorie pesanti di un passato in cui il Parco non era affatto un Parco; è per loro difficile togliersi dalla testa le scene a cui hanno assistito ma preferiscono pensare al presente – la tranquillità e la natura libera di esprimersi – e al futuro – senza limitazioni: la proposta di Sant’Osvaldo capitale della cultura, avanzata dall’Inseparabile Mascherato diventa sempre più affascinante e concreta.
Ormai al terzo incontro siamo amici e i custodi ospitali vogliono raccontarci una storia – il mio momento preferito. Afrodite racconta di una perla blu che nel tempo è stata danneggiata e inquinata dai suoi abitanti ma ci svela anche che non tutto è perduto – e io mi fido. Venanzio narra la sua celebre corsa da Trieste a Udine e di quando incontrò un monaco ospitale che gli rivelò d’essere il suo alter-ego. In chiusura, inaspettatamente prende la parola Ginki, il saggio Cedro dell’Himalaya, che ci regala l’incredibile storia della gallina a quattro zampe:
“La historia quenta che la gallina de quatro zampa vivia con lo coniglios e un giorno lo infermieri desidieron de tagliarle la testa. Ma i pazienti si ribellaron e grasias a questo intervento salvò il collo! E viviò tranquila y en paz por el resto del tempo, asta la fine del manicomio. Despues volò libre e tranquila per il mondo.”
Quando incontriamo di nuovo i custodi ospitali, durante la passeggiata di sabato 15, ascolto la loro voce e li vedo per la prima volta. Ginki e la sua aria da anziano samurai misterioso – finché non sorride per il piacere di raccontare ancora una volta la sua storia della gallina a quattro zampe -, Rosita del Cuore, tutta elegante e fremente per la festa finale, Afrodite e la sua abilità comunicativa. Bello per l’occasione ha invitato la Natura in persona che ha accettato di dialogare con lui in pubblico, anche se non si sente molto bene:
“Bello: come mai la notte ti senti malata? E di giorno appari pia? Non sembra che stai male?
Natura: sono i sogni che faccio: dove capisco che tutto dovrebbe coincidere, ma alla fine non ottengo molto!
Bello: la tua risposta non mi convince, credo che c’entri anche il vento!
Natura: cosa pensi di sapere tu! So io che cosa mi fa male!!!
Bello: Signora Natura, lei è molto bella quando si arrabbia! Sono convinto che diventeremo amici
Natura: Amico tu? Non ho bisogno di amici! In questo periodo sto bene sola, con i cesti di pomodori e di melanzane. Io voglio solamente essere rispettata!
Bello: Ti ho capito, eh? Sappi che ti rispetto comunque ogni giorno di più e dirò anche agli altri di fare lo stesso!”
Viviamo un picco di magia quando, grazie alla testimonianza di Giuliana Mattelon, scopriamo che due pazienti innamorati si incontravano, proprio nei mitici anni ’70, ai piedi di Sweet e Moment, nello spazio tra la chiesa e la casa delle suore. Tra una storia e l’altra, gli interventi di Victoria, Giuliana Mattelon, Nadia della Pietra, Sandro, Francesco e Berenice informano i nuovi visitatori sul passato dell’ospedale psichiatrico e sul presente del Parco popolato da cooperative attive con progetti e iniziative annuali, come la Cooperativa Itaca che ha collaborato alla realizzazione della passeggiata. Giunti alla tappa dell’Inseparabile Mascherato, nel cuore della Comunità Nove, è ormai inevitabile concordare con il suo dettagliato piano per il Parco Sant’Osvaldo Capitale della Cultura dove “ospiti artisti di fama internazionale – attori, registi e musicisti – vengono a rilasciare interviste, fare rappresentazioni teatrali, presentare delle poesie, allestire concerti di vari generi”.
Se non c’eravate, non temete, Nano Re della Vita mi ha concesso di comunicarvi il segreto della vita rigeneratrice:
“Ho visto la vita crescere, fiorire, sfiorire e crescere ancora. Nel passare del tempo ho visto la gente partire, tornare, cambiare. Nel tempo ho visto la felicità da vicino. Crescendo, capirete anche voi. Se resterete bambini, capirete.
Nano – Re della vita vi saluta, saluta tutti, ospiti, umani, alberi e piante. Che la vostra vita sia tranquilla, lunga e serena e che il tempo che passa ogni giorno vi sia amico.”
Giulia e Stefania ringraziano di cuore gli autori che hanno partecipato al laboratorio: Lucia, Joy, Valentina, Karima, Pablo, Paolo, Mattia, Daniel, Stefano, Marco, Luca, Raffaele, Alex, Adis, Victoria, Francesco e Sandro.
Stefania Ursella
laureata in Lettere Moderne all’Università di Siena e in Cultura e Storia del Sistema Editoriale all’Università di Milano. Ha collaborato con la Compagnie dal teatri sperimentâl di Vile di Buie e con altre compagnie, studentesche e non. Ha scritto “Claps!” (menzione speciale al Concorso per testi teatrali in lingua friulana dell’A.T.F. 2016) e “Voci dalla tendopoli” per Servi di Scena.
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