È solamente ottobre, ma ho già voglia di tracciare un bilancio: questo è stato un anno caratterizzato dalle fonti storiche e dalla creazione di drammaturgie a partire da eventi reali.
Eventi concreti, dai quali dare vita ad una storia.
Forse è accaduto per caso, ma c’è stata (e continua ad esserci!) un’immersione totale in personaggi, storie e documenti del passato. Due sono i progetti che mi hanno particolarmente impegnato: da una parte il “Progetto Marta” finalizzato alla scrittura di una drammaturgia originale a partire da un processo dell’Inquisizione del 1600, dall’altra il laboratorio “Mettere in gioco la storia” realizzato durante Scrittori e Scritture in Castello incentrato su un diario della prima guerra mondiale.
Condivido con voi un piccolo insegnamento che ho tratto da questi mesi di viaggi, incontri e letture: mettersi sulle tracce di una storia significa iniziare a dialogare con un’infinità di storie. Gli indizi che si trovano lungo il percorso di ricerca non sono mai lineari, bensì presentano incoerenze, sorprese, nuove prospettive. Potremmo dire che mettersi alla ricerca di una storia è un esercizio di concentrazione, in quanto la ricerca porta con sé numerosi motivi di distrazione.
Cerchi di riportare alla luce le vicende legate a un processo dell’Inquisizione del 1600 ed entri in contatto con un universo fatto di traffico non autorizzato di reliquie, processi ad animali accusati di omicidio, lotte fratricide tra le mura del tuo paese natale (tra concittadini che avevano il cognome dei tuoi nonni!).
Come si fa a non distrarsi? A non sospendere il progetto sul dramma storico per mettersi a scrivere a capofitto una commedia farsesca nella quale un giudice [tracotante] processa un grassoccio porcello accusato [ingiustamente] di aver accoppato il [losco] porcaro del paese?
Cerchi di portare luce sulle battaglie avvenute sul Monte di Ragogna nel 1917, cerchi di approfondire il profilo psicologico del Comandante del Battaglione, il protagonista della tua storia, ed entri in contatto con le vicende di un barista di Majano [paese poco distante dalle trincee] che decide di offrire tutti i vini e liquori del suo locale a una denutrita truppa di soldati pur di non lasciarli al nemico.
Come si fa a non sospendere la drammaturgia militaresca per dare voce a quella epica e tragica festa di commiato che ha accompagnato l’ultima notte di quel bar majanese?
La risposta è semplice: non si fa. Si prende un appunto sul proprio taccuino e si rimanda al prossimo progetto, perché il tuo obiettivo è arrivare fino in fondo, rispettare la consegna, tendere l’orecchio per ascoltare quell’unica voce che tende a fondersi e confondersi con tutte le altre voci.
Proprio per questo grande sforzo di concentrazione, e di focalizzazione della mia energia creativa, sento a questo punto dell’anno (anche se è solo ottobre) la necessità di distrarmi, di guardare altrove. Non so voi, ma io quando voglio rigenerarmi solitamente vado in libreria. Mi accompagnate in questo breve viaggio? Indossate le scarpe, mettete la giacca a vento, sto per proporvi una serie di esercizi pensati per far vagare la mente in altri mondi (letture) senza soffermarsi in nessuno.
Esercizio #1
Fai un bilancio del tuo anno, anche se è solo ottobre, scegliendo 3 parole che hanno accompagnato questo periodo. Solo 3 parole.
Le mie sono:
– relazioni
– ascolto
– padre
Esercizio #2
Scegli una di quelle parole, scrivila su un foglietto. Vai nella tua libreria preferita e chiedi al libraio (o libraia) se ti può proporre 10 opere legate in qualche modo a questa parola.
La parola scelta è: relazioni.
La libreria la: W. Meister & Co.
La libraia: Manuela Malisano.
I testi da lei proposti: vedi foto.
Esercizio #3
Dai 10 titoli scegline 5. Vai a berti un caffè. Leggi il giornale e pensa a qualcos’altro. Se puoi attacca bottone con qualcuno.
Fatto.
Esercizio #4
Dei 5 titoli rimasti, sicuramente uno ti ha colpito particolarmente. Vero? Le opzioni sono 2: o lo acquisti, o lo prendi in prestito in biblioteca. Direi però che il tempo della consulenza del libraio merita l’acquisto (in ogni caso non lo comprerei online, ma aiuterei il commercio dal “vivo”).
Nel mio caso: “Un silenzio perfetto” graphic novel.
Esercizio #5
Leggi il libro e rilassati.
Fatto.
Esercizio #6
La prossima volta che ti troverai a scrivere una scena o una scheda personaggio o una poesia … inserisci un elemento che prende spunto dall’opera appena letta.
Nel mio caso: Ok, ci sto lavorando. Devo scrivere un monologo per un nuovo testo, il monologo è ambientato in un vagone della metropolitana, dove un’infermiera che si sta dirigendo verso l’ospedale per il turno di notte trova un conoscente seduto di fronte a lei e le attacca bottone. Il conoscente ha un libro in mano: indovinate cosa sta leggendo? Esatto, una graphic novel che parla di silenzio e isolamento. Per la serie: per favore non parlate al passeggero. Ecco a voi la prima bozza.
Alessandro Di Pauli
co-fondatore di MateâriuM, nato a San Daniele del Friuli nel 1979. Si laurea in Filosofia morale presso l’Università di Trieste nel 2004. Diploma Estudios Avanzados per il Dottorato in Scienze Teatrali dell’Università di Barcellona nel 2011. Ideatore dei progetti FELICI ma furlans & TACONS. Collabora dal 2014 con la Scuola Holden di Torino.
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